FOTO DIARIO
Non sono un fotografo, né possiedo le velleità artistiche di definirmi tale, non avendo mai studiato seriamente per diventarlo.
Pertanto ammetto che di teleobiettivi e di tecniche fotografiche ci capisco ben poco, poiché ho sempre fatto affidamento solo sui miei occhi e sulle capacità di autoscatto dei miei cellulari per riprodurre buone foto.
Ciò che invece mi ha sempre contraddistinto fin da piccolo è stata la mia naturale capacità di fermarmi a osservare, a guardare imbambolato oltre le cose, superando quindi le apparenze del momento, per sviluppare un piacere tutto mio nel cogliere i piccoli dettagli di ciò mi circondava, volendo poi in qualche modo conservare nella memoria tali preziosi frammenti di vita.
Parallelamente a ciò, ho coltivato nel tempo anche un’innata abilità di richiamare alla mente alcune frasi o passi dei libri che avevo letto in gioventù, lasciando poi che fossero l’intelletto, e soprattutto l’inconscio, a suggerirmi, come in un ribollire di idee, quali di queste massime potessero descrivere al meglio ciò che i miei occhi, mia unica vera “polaroid”, avevano deciso di catturare come istantanee di viaggio.
Qui di seguito vi lascio alcune delle foto che immortalano le memorie delle mie avventure in giro per il mondo, sperando che la loro visione e lettura possa richiamare in voi la stessa magia che mi ha stregato negli attimi in cui ho deciso di scattarle.
GALLERIA
“Finirai per trovarla la Via… se prima avrai il coraggio di perderti.”
Tiziano Terzani
“Il canto del mare termina sulla riva o nei cuori di chi l’ascolta?”
Khalil Gibran
“I bambini ridono in media 400 volte al giorno, gli adulti 15.
La domanda giusta non è “Perché ridi?” Ma “Perché non ridi più?”
“Domo senza fundamentu non durai seculos chentu”
Proverbio sardo.
“Pensi di avere un limite,
così provi a toccare questo limite.
Accade qualcosa!
E Immediatamente riesci a correre un po’ più forte,
grazie al potere della tua mente,
alla tua determinazione,
al tuo istinto
e grazie all’esperienza.
Puoi volare molto in alto.”
A. Senna
“Fecero a un saggio una domanda, dicendo: ‘Dei molti celebri alberi che Dio l’Altissimo ha creato alti e ombrosi, nessuno si chiama azad, cioè libero, eccetto il cipresso, che non dà frutto; che mistero è questo?’. Lui rispose: ‘Ciascuno ha il proprio frutto nella stagione deputata, durante il cui corso è fresco e rigoglioso, e durante la cui assenza è secco e avvizzito; il cipresso non è esposto a nessuno dei due stati ma resta sempre in fiore; e di questa natura sono gli azad, gli indipendenti. Non puntate il cuore su ciò che è transitorio… se la tua mano è colma, sii prodigo come il dattero, ma se non offre nulla da dar via, sii un azad, un uomo libero, come il cipresso”.
– Saˁdi, Il roseto, XIII sec. –
“Ogni cosa, vista di lassù, era diversa, e questo era già un divertimento.”
“Chi vuol guardare bene la terra, deve tenersi alla distanza necessaria.”
Italo Calvino – Il barone rampante.
“Rifletti ancora su questo» dissi io. «Se costui, ridisceso, si sedesse di nuovo al suo posto, non avrebbe forse gli occhi colmi di oscurità, venendo di colpo dal sole?”.
Platone – Politéia
Un maestro riunì i suoi allievi e domandò loro: “Come possiamo conoscere il momento preciso in cui finisce la notte e comincia il giorno?
“Quando, a una certa distanza, siamo in grado di distinguere una pecora da un cane,” disse un ragazzino.
“In verità, si può affermare che è ormai giorno quando, a una certa distanza, siamo in grado di distinguere un olivo da un fico,” replicò un altro allievo.”Non sono soluzioni particolarmente convincenti.””Qual è la risposta giusta, allora?” domandarono tutti.
E il maestro disse:
“Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno.”
Sono come il fiume che scorre – Paulo Coelho
Un giorno il migliore amico di Gilgamesh, Enkidu, morì.
Gilgamesh sedette accanto al corpo dell’amico defunto e per giorni rimase a osservarlo, finché vide un verme sbucare da una narice del cadavere. Colto da orrore, Gilgamesh decise che lui non sarebbe mai morto. In un modo o nell’altro, avrebbe trovato un sistema per sconfiggere la morte. Intraprese dunque un viaggio alla fine dell’universo, uccise leoni, si batté con uomini-scorpione e si ritrovò addirittura negli inferi. Lì fece a pezzi sia i giganti di pietra di Urshanabi sia il traghettatore del fiume dei morti, e trovò Utnapishtim, l’ultimo sopravvissuto al diluvio primordiale. Tuttavia, Gilgamesh fallì la propria ricerca. Tornò a casa a mani vuote, mortale come era sempre stato, ma con una saggezza nuova. Aveva imparato che, quando gli dèi crearono l’uomo, avevano stabilito che la morte fosse il suo inevitabile destino; e l’uomo doveva imparare a convivere con essa.
“Qui ad Atene noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo frutto del valore.
Io proclamo Atene come la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresca sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione. Ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.”
Pericle – Discorso agli ateniesi, 461 b.C.
“In viaggio sull Oceano Indiano.
Mi sono più volte chiesto come dev’essere stata l’avventura di Magellano, dalla Spagna fino a qui, accompagnato solo dalla voce del vento.
Ogni tanto appare in lontananza qualche isola ignota.
L’oceano ha un colore blu intenso, a ricordarne la profondità.
Vorrei il mio animo seguisse l’andamento placido delle onde.”
Diari di viaggio – 30/11/19
Una leggenda messicana racconta che in tempi molto lontani visse il Dio serpente piumato Quetzalcoatl.
Egli era un divinità buona e aveva insegnato agli uomini tutte le leggi più sagge.
Per difendere i confini del suo regno Quetzalcoatl dovette partire, affidando alla sua sposa uno sterminato tesoro, composto di tutte le ricchezze del mondo.
In assenza di Quetzalcoatl, la capitale del regno fu assalita dai nemici, i quali cercarono di costringere la principessa ad indicare loro dove fosse nascosto il tesoro. Ma non ci riuscirono.
La fedele sposa fu uccisa e dal sangue versato nacque la pianta del cacao, il cui frutto nasconde un tesoro di semi amari come le sofferenze dell’amore.
Quando il re tornò alla sua città e scoprì che la sua sposa era morta, volle far dono agli uomini di quella pianta che era nata, affinché per sempre fosse ricordato il sacrificio della sua amata principessa.
Il povero Quetzalcoatl si ammalò per il dolore della perdita della sua sposa e bevve una pozione che uno stregone gli aveva preparato. Ma invece di guarire uscì di senno.
Presto si congedò dal popolo che fedelmente lo aveva seguito fino all’oceano. Trovata una zattera, fuggì in alto mare dove scomparve, promettendo che un giorno sarebbe tornato per governare di nuovo nella gioia il suo regno.
“Non è detto che la strada meno battuta sia una strada sterrata;
per qualcuno, può essere un’autostrada.
Robert Frost aveva ragione, prendere la strada meno battuta può fare tutta la differenza.”
Matthew McConaughey – Greenlight
I beduini amano narrare leggende.
Una di esse racconta che sulla luna viveva una giovane giumenta dal manto nero; dal suo incontro d’amore con lo stallone dorato del sole nacque un puledro immortale, dal manto d’oro e con la criniera e la coda nere. Esso avrebbe accompagnato i re Nabatei lungo settecento anni di storia, rendendoli invincibili.
Si dice che sia proprio il suo magico nitrito quello che si può udire nelle notti di luna nuova, quando le stelle riempiono il cielo sopra la catena montuosa che racchiude Petra.
“Poichè non sappiamo quando moriremo, siamo portati a pensare alla vita come ad un bene inesauribile. Eppure tutto accade solo un certo numero di volte, un numero davvero molto piccolo. Quante altre volte ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia, un pomeriggio che è cosi profondamente parte del tuo essere da non poter concepire la tua vita senza? Forse 4 o 5 volte ancora. Forse anche meno. Quante altre volte guarderai sorgere la luna piena? Forse 20. Eppure tutto sembra senza limite.”
Paul Bowless – Il tè nel deserto
Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale.
(Proverbio)
“Infine, con poco sonno e tanta lettura, il suo cervello si seccò e andò completamente fuori di testa”
– Don Chisciotte, Miguel De Cervantes
Il poeta persiano Rumi narra che, un giorno, Muawiya, il primo califfo della stirpe degli Omayyadi, mentre stava dormendo nel suo palazzo, fu svegliato da uno strano individuo.
“Chi sei?” gli domandò.
“Sono Lucifero” fu la risposta.
“E che cosa vuoi, qui?”
“È già l’ora della preghiera, e tu stai ancora dormendo.”
Muawiya rimase stupito. Perché il Principe delle Tenebre, colui che sempre brama l’anima degli uomini di poca fede cercava di aiutarlo a compiere un dovere religioso?”
Ma Lucifero spiegò: “Ricorda che io sono stato creato come un angelo della luce. Nonostante ciò che mi è accaduto nel corso dell’esistenza, non posso dimenticare la mia origine. Un uomo può recarsi a Roma o a Gerusalemme, ma porta sempre nel cuore i valori della sua patria: la medesima cosa vale per me. Io amo ancora il Creatore, che mi ha nutrito nella gioventù e mi ha insegnato il Bene. Non mi ribellai contro di Lui perché non lo amavo: anzi, al contrario, lo amavo così tanto che fui pervaso dalla gelosia quando creò Adamo. In quel momento, volli sfidare il Signore – e fu la mia rovina. Comunque, ricordo ancora le parole di benedizione che mi furono riservate un giorno, e forse agendo in modo buono ed equo potrei far ritorno in Paradiso.”
Sono come fiume che scorre – Paulo Coelho
“Non c’è felicità per chi non viaggia, Rohita!
A forza di stare nella società degli uomini, Anche il migliore di loro si perde.
Mettiti in viaggio.
I piedi del viandante diventano fiori,
La sua anima cresce e dà frutti
E i suoi vizi son lavati via dalla fatica del viaggiare.
La sorte di chi sta fermo non si muove,
Dorme quando quello è nel sonno
E si alza quando quello si desta.
Allora vai, viaggia, Rohita!”
– Brahmana –
“Mi venne in mente come da ragazzo, andando a scuola, camminavo sul marciapiede imponendomi di non mettere il piede là dove le pietre combaciavano. Se ci fossi riuscito sino in fondo, mi sarebbe andata bene un’interrogazione o avrei fatto un buon tema.
L’ho visto fare poi ad altri bambini in altre parti del mondo.
Forse in ogni uomo c’è un primordiale, istintivo bisogno, ogni tanto, di imporsi dei limiti, di scommettere con delle difficoltà, per poi sentire di essersi «meritato» qualcosa di desiderato.”
Tiziano Terzani
Ho letto una storia di Chuang-tzu, maestro taoista del IV secolo a.C:
“C’era un uomo che aveva paura della propria ombra e orrore delle proprie impronte. Cosí le sfuggiva correndo.
Ma quante piú volte alzava il piede, tanto più numerose erano le impronte che lasciava; e piú in fretta scappava, meno l’ombra l’abbandonava. Credendo di andare troppo piano, corse piú svelto senza mai riposare, finché, all’estremo delle forze, non morí. Egli non capiva che per far scomparire l’ombra bisogna rimanere nell’oscurità, che per far cessare le impronte bisogna rimanere nella quiete”.
Chandra Livia Candiani
“Posso dirti una cosa da bambino?
Esci di casa, sorridi, respira forte
Sei vivo, cretino!”
Vivere la vita – Mannarino
Quando finalmente riuscì a concentrarsi un po’ nella lettura, un vecchio gli si sedette accanto e tentò di intavolare una conversazione.
“Da dove venite voi?” domandò il ragazzo al vecchio.
“Da molti luoghi.”
“Nessuno può essere originario di molti luoghi” rispose il ragazzo.
“Allora possiamo dire che io sono nato a Salem.”
“E cosa fate a Salem?” insistette.
“Che cosa faccio a Salem?”
il vecchio scoppiò in una risata di cuore.
“Ma io sono il Re di Salem!”
“La gente racconta cose alquanto strane”, penso il ragazzo.
L’Alchimista – Paulo Coelho
Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con i fili enigmatici del tempo. In genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno alle spalle per trarne conforto,
o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino.
Ma tutto ha una causa e un senso. Ogni vita, ogni amore, ogni azione, ogni emozione e pensiero hanno una ragione e un significato. E a volte riusciamo a vederli.
A volte vediamo il passato con tale chiarezza, che ogni cucitura del tempo rivela il suo scopo, il messaggio che contiene.
Nella vita di ognuno di noi – poco importa che sia vissuta nell’abbondanza o nella miseria – nulla porta più conoscenza del fallimento, e più chiarezza del dolore.
E nella minuscola, preziosa saggezza che otteniamo, quei nemici temuti e odiati – dolore e fallimento – hanno diritto e ragione di esistere.
Shantaram – Gregory David Roberts
“Ti dirò un segreto ed è semplice:
Gioca, gioca soltanto!
Perdi un sacco di partite,
Vincine qualcuna e studia un po’.
Allora, come per magia, gli scacchi cominceranno a venire a te.”
Ken Smith
Il ragazzo si rammentò di un vecchio proverbio del suo paese:
“L’ora più buia
era sempre quella
che precedeva il sorgere del sole.”
L’Alchimista – Paulo Coelho
“Dovevo andare avanti,
continuare a… cercare, come si dice, anche se non si sa esattamente cosa. Ma forse è proprio questo il punto, perché se si sapesse cosa cercare si rimarrebbe sempre nel conosciuto e non si scoprirebbe mai niente di nuovo.”
Tiziano Terzani
Viaggiavo in automobile quando vidi in lontananza qualcosa che sembrava un cappello da indio posato sulla sabbia.
Mi fermai e mi avvicinai a piedi.
Nascosto sotto il cappello stava seduto un indio, dentro una cunetta scavata nella sabbia per proteggersi dal vento. Davanti a sé aveva un grammofono di legno dalla tromba contorta e scrostata. Il vecchio girava in continuazione la manovella.
Dalla tromba uscivano in un fruscio roco, interrotto da frequenti crepitii, i frammenti di una canzone latinoamericana: Rio Manzanares dejeme pasar.
Benché l’avessi salutato e gli fossi rimasto accanto a lungo, il vecchio non mi prestava la minima attenzione.
“Padre,” gli dissi infine, “qui non c’è nessun fiume.”
“Figlio,” rispose dopo un po’, “il fiume sono io e non riesco a oltrepassarmi.”
Non disse altro, continuò solo a girare la manovella e ad ascoltare il disco.
Ryzard Kapuscinski
Let my people go surfing
Yvon Chouinard
Nietzsche esce dal suo albergo a Torino. Vede davanti a sé un cavallo e un cocchiere che lo colpisce con la frusta. Nietzsche si avvicina al cavallo e, sotto gli occhi del cocchiere, gli abbraccia il collo e scoppia in pianto.
Ciò avveniva nel 1889 e a quel tempo anche Nietzsche era già lontano dagli uomini. In altri termini, proprio allora era esplosa la sua malattia mentale. Ma appunto per questo mi sembra che il suo gesto abbia un significato profondo. Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo per Descartes. La sua pazzia (e quindi la sua separazione dall’umanità) inizia nell’istante in cui piange sul cavallo.
Milan Kundera
“Nella vecchia Cina molti tenevano in casa la loro bara per ricordarsi della propria mortalità;
alcuni ci si mettevano dentro quando dovevano prendere decisioni importanti, come per avere una migliore prospettiva sulla transitorietà del tutto. Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati – come in verità si hanno comunque – per rendersi conto di quanto preziosi sono quei giorni?”
Tiziano Terzani
“Stolto è questo cammino, va strisciando obliquamente, forse va in cerchio. Ma vada come vuole, io son contento di seguirlo.”
Siddharta – H. Hesse
“In verità il nostro spaesamento nel figurarci gli umani preistorici perduti nei territori selvaggi dipende dal punto di vista acquisito con la civiltà; allora invece non avremmo potuto provare la mancanza della protezione data da un villaggio, perché non c’erano villaggi, né sentirci privati della vista rassicurante di una campagna coltivata, perché non c’erano campi.
Non potevamo essere intimoriti dalla mancanza di simili riferimenti, come non lo sono il bufalo delle grandi praterie o il giaguaro della foresta, che nella prateria e nella foresta sconfinate semplicemente sono a casa loro. Così eravamo noi, dove oggi ci sentiremmo sperduti: nell’immensa casa dei viventi, senza muri e senza tetti.”
La vocazione di perdersi – Franco Micheli
“Quando viaggio, mi sforzo di conoscere il territorio come se fosse un essere umano, con la sua complicata, insondabile personalità.
Aspetto che sia lui a parlare.
E aspetto. E aspetto.”
Barry Lopez
“Quelle rughe che solcavano il suo viso non erano solo segni del tempo che passava, piuttosto di come lui aveva deciso di viverlo.”
Francesca Urso – Il pacifico a remi
“Non ti arrendere, per favore non cedere,
malgrado il freddo bruci,
malgrado la paura morda,
malgrado il sole tramonti e taccia il vento,
ancora c’è fuoco nella tua anima,
ancora c’è vita nei tuoi sogni,
perché ogni giorno è un nuovo inizio,
perché questa è l’ora e il miglior momento,
perché non sei sola,
perché io ti amo.”
Mario Benedetti
“Neppure Apollo sta sempre con l’arco teso.”
Orazio
“Capisco. Allora dopotutto è meglio essere qui. In questo molo, questo porto, questa città, questo paese.
Va tutto per il meglio in questo che è il migliore dei mondi possibili”.
J.M. Coetzee
“Abbiamo provato tutto eccetto l’amore”
Theodore Monod
Alex Bellini – Il pacifico a remi
“Se un uomo non marcia al passo dei suoi compagni, magari è perché ode un tamburo diverso;
lasciatelo marciare al suono della musica che sente, non importa né quanto lontana essa sia, né quale ne sia la cadenza.”
Henry David Thoreau
“Rispose il più vecchio: “E dopo continueremo a filosofare, giacché nasciamo apposta per questo, e ancorché sia sul vuoto”.
“A che pro?”
“Io no lo so”
“Allora perché?”
“Perché la filosofia ha bisogno tanto della morte come delle religioni, se filosofiamo è perché sappiamo che moriremo. Monsieur de Montaigne aveva già detto che filosofare è imparare a morire.”
Jose Saramago
“Ma”, pensò il vecchio, “io le tengo al posto giusto. Soltanto non ho più fortuna. Ma chissà? Forse oggi.
Ogni giorno è un nuovo giorno.
È meglio quando si ha fortuna.
Ma io preferisco essere a posto. Così quando viene sono pronto.”
Il vecchio e il mare – H.Hemingway
“Quando ti metterai in viaggio per Itaca augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze.
Sempre devi avere in mente Itaca, raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’altro ti aspetti?”
Costantino Kavafis
“Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar così per il mondo e sentirsi così bambino, così risvegliato, così aperto all’immediatezza delle cose, così fiducioso.”
Siddharta – H. Hesse
«Non conosce la storia del musulmano che, cacciato dalla moschea, ruzzola giù per la scalinata?»
«No, non la conosco.»
«A ogni scalino in cui picchiava sentiva male; soffriva e così pensava a Dio. Ma quando finalmente arrivò in fondo gli dispiacque che non ci fossero più scalini.»
Tiziano Terzani
“Un uomo si sveglia una mattina in catene e non sa come togliersele. Per anni cerca qualcuno che lo liberi. Poi un giorno passa davanti alla bottega di un fabbro, vede che quello forgia il ferro e gli chiede di aiutarlo. Il fabbro con due colpi rompe le catene. L’uomo gli è gratissimo. Si mette a lavorare per lui, diventa il suo servo, il suo schiavo e per il resto della sua vita rimane… incatenato al fabbro.”
Tiziano Terzani
“Noblesse oblige”, osservò il gatto e versò a Margherita un liquido trasparente in un bicchiere da vino rosso.
“È vodka?” domandò Margherita, con voce fioca.
Il gatto fu così offeso che fece un balzo sulla seggiola.
“Per carità, regina”, gracchiò, “come potrei permettermi di mescere vodka a una signora? Questo è alcool puro!”.
Il maestro e Margherita – Bulgakov
«Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile, sempre».
Anonimo
Tu e Fidel sembrate andare molto d’ accordo,- commenta con il bambino quando sono di nuovo soli.
– Lui è il mio migliore amico.
– Allora Fidel è pieno di cordialità nei tuoi confronti, non è vero?
-Tanta.
– E tu? La senti anche tu?
Il bambino annuisce con vigore.
– Nient’ altro oltre a questo?
Il bambino guarda perplesso – No.
In quel momento gli è tutto chiaro, dalla bocca dei bambini e dei lattanti. Dalla cordialità vengono l’ amicizia e la felicità, i picnic al parco o le passeggiate pomeridiane nel bosco tra amici.
Coetzee
“Un uomo esplora la propria mente in cerca di pensieri e non trova che luoghi comuni; ma, a un certo momento, egli intravvede una piccola apertura mai vista prima. Dove c’era un muro ora c’e una porta.”
Ralph Waldo Emerson
“Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.”
Reinhold Niebuhr
“Si racconta che Diogene, filosofo greco, vivesse in una botte e le uniche cose che possedeva fossero un mantello e una bisaccia con l’acqua.
Un giorno fu avvicinato da Alessandro Magno, ammantato in tutto il suo sfarzo. Il condottiero gli chiese di esprimere un desiderio e Diogene rispose: «Lasciami il mio sole ». Era tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice.
Ecco, in quei momenti, io mi sentivo un po’ come lui, felice con poco.”
~Alex Bellini~
“Com’era, dov’era.”
Detto veneziano