Diario di viaggio
Da bravo esploratore che si rispetti, oltre ad indossare delle buone scarpe, accompagnante da un solido zaino, ho sempre avuto la tendenza a tenere in tasca dei piccoli taccuini su cui annotare tutti i miei pensieri, le riflessioni e le curiosità riguardanti ciò che andavo scoprendo in viaggio.
Nel corso del tempo il numero di questi taccuini è andato via via crescendo, diventando così un piccolo tesoro di ricordi e memorie sepolte sul quale poter forse un giorno scrivere un romanzo. Non essendo però ancora giunto quel momento, ho deciso intanto di redigere un breve “Diario di bordo” su quelle che sono state le mie principali esperienze di viaggio, nonché di vita.
Buona lettura 😉
INIZIO
➢ Febbraio 2016: ‘‘Mollo tutto!’’
”Mamma, papà, ho deciso! Lascio l’università e parto”.
È con queste parole, tra lo sgomento dei miei genitori che già si immaginavano per me una prolifica carriera in banca, che ho deciso di mollare tutto ciò che non mi appassionava più.
Con un colpo di genio o di pura follia, decido di lasciare l’Italia senza il becco d’un quattrino e di fare l’Au-pair (per intenderci il babysitter) in giro per l’Europa, vivendo con varie famiglie, prima in Inghilterra, poi in Francia ed infine in Germania, cibandomi per lo più di fish&chips, baguette e wurstel, per la gioia del mio verme solitario.
➢ Luglio 2016: Primo Cammino di Santiago
Finita questa strana esperienza ”familiare”, capisco che sorvegliare i bambini altrui non era affatto facile, domandandomi più volte se mai sarei voluto diventare anch’io un giorno genitore.
Decido allora, come in una crisi mistica e d’identità, di fare il mio primo Cammino di Santiago, lungo la soprannominata via francese, che si trova però in Spagna.
Zaino in spalla, sono partito da Leon, nel centro della penisola Iberica, arrivando dopo circa 3 settimane sino a Finisterre, dove la visione dell’oceano, in tutta la sua sconfinata bellezza, mi ha abbracciato, donandomi l’emozione più grande di quella intensa e calda estate.
➢ Fine 2017: Lavoretti vari
Vari mesi più tardi, tornato in Italia ho fatto alcuni lavoretti per sopravvivere: scaricare cassette di frutta o verdura al mercato, sfrecciare sul motorino la sera come porta pizze, vendere sim card e promuovere aggeggi telefonici vari. Non da ultimo ho anche insegnato musica in una scuola media, esperienza unica in quanto devo ammettere che era strano trovarsi dall’altro lato della cattedra, ossia quello del maestro.
➢ Luglio 2017: secondo Pellegrinaggio.
Finita la supplenza come insegnante ho deciso di partire nuovamente per il mio secondo Cammino, questa volta in Portogallo, percorrendo a piedi tutto il paese, partendo da Lisbona, passando per Coimbra e Oporto, fino a giungere a Vigo, in Spagna.
Mai estate fu più dolce di quella, perso lungo vari sentieri ma con una nuova bussola a guidare il mio cuore.
Arricchito infatti da questa ennesima esperienza e come folgorato sulla via di Damasco, ho capito, tornando in Italia, che avrei voluto continuare a vivere questo tipo di avventure uniche, questa volta in giro per il mondo.
➢ Febbraio 2018: Lufthansa
È così che ad inizio del nuovo anno sono partito all’avventura, sperando di trovare qualche opportunità che mi permettesse di continuare a viaggiare.
Baciato un po’ dalla fortuna, ho trovato lavoro in Repubblica Ceca, nella ridente e semi sconosciuta cittadina di Brno.
E’ qui che ho vissuto gli ultimi 4 anni e mezzo di vita, lavorando come Quality Specialist nel settore del Customer service per la Lufthansa, acquisendo una profonda conoscenza del settore aereo e la pazienza di un monaco Shaolin nell’assistere i passeggeri con le loro richieste più disparate.
Se qualcuno di voi si stesse chiedendo ‘’Luca, perché diavolo hai deciso di lavorare in un settore così stressante come quello del trasporto aereo?”, beh, la risposta sarebbe alquanto semplice: lavorare per una grande aerolinea comporta infatti molti benefici, tra cui il più vantaggioso è sicuramente quello di poter viaggiare con biglietti a prezzi stracciati in qualsiasi parte del mondo.
➢ 2019: Primi viaggi.
Scoperto questo Sacro Graal dei viaggi a basso costo, ho subito sfruttato i numerosi periodi di vacanza dal lavoro per tuffarmi in avventure solitarie attorno al globo.
Il mio primo viaggio che ho voluto fare veramente lontano da casa è stato il Sud Africa nell’aprile del 2019: raggiunto il Capo di Buona Speranza ho pregato che questa mia prima avventura intercontinentale potesse essere di buon auspicio per i miei viaggi futuri. E così è stato. Nello stesso anno infatti ho visitato nell’ordine Turchia, Romania, Ucraina, Emirati Arabi, Stati Uniti, Marocco e Argentina. Ognuno di questi viaggi è stata un’esperienza unica, un modo tutto nuovo di imparare, girovagando per vari Paesi e divertendomi un sacco.
➢ Fine 2019- Inizio 2020: "Il giro del mondo in 80 giorni"
A fine 2019, una email del mio capo mi annunciava che, sulla base dei meriti lavorativi, ero stato scelto per essere spedito a lavorare in esilio nelle magnifiche Filippine, tra Novembre e Dicembre di quell’anno.
Non pago dell’opportunità di vivere per un po’ di tempo in Asia, ho colto subito l’occasione di quella trasferta per organizzare il mio viaggio intorno al mondo, sogno che avevo fin da bambino.
Unendo tutte le mie ferie lavorative, ho potuto viaggiare nel nord della Thailandia, nel Triangolo d’oro, prima di arrivare a Manila.
Nei due mesi trascorsi poi nelle Filippine ho viaggiato in lungo e in largo, tra decine di fantastiche isole, in quella parte d’Asia che pareva più un paradiso in terra che in cielo. Successivamente ho proseguito il viaggio passando per l’Australia, quell’anno purtroppo devastata dagli incendi, e per il Cile, scosso dalle sommosse popolari, arrivando infine in Argentina. Qui ho fatto un road trip da Ushuaia, nella Terra del Fuego, attraverso la sconfinata Patagonia, con i suoi ghiacciai perenni, fino a giungere alle magnifiche cascate di Iguazu, al confine tra Paraguay e Brasile.
Il mio viaggio around the world si è concluso a gennaio 2020 esattamente 80 giorni dopo che ero partito, come nel famoso libro di Jules Vernes.
Le storie riguardanti questo mio viaggio attorno al mondo sarebbero parecchie e non basterebbe questa sola pagina per raccontarle. Ne cito solo alcune: essere stato tatuato nelle Filippine da Whang-od, la guerriera Kalinga più vecchia del mondo (105 anni); essermi lussato una spalla nuotando con gli squali balena nel bel mezzo dell’oceano Indiano; rimanere bloccato diversi giorni sull’isola di Coron a causa di un tifone; trovarmi nel bel mezzo di scontri armati tra polizia e civili a Santiago de Cile.
➢ 2020: Covid
Con l’arrivo della pandemia nel 2020, il viaggiare purtroppo è rimasto per un po’ solamente un sogno, a cui però non ho mai smesso di pensare.
➢ Seconda metà 2021: Si riparte!
➢ 2022: Ultimi viaggi
Col timore di nuovi lock-down e in preda ad una febbre d’esplorazione, quest’anno ho approfittato di tutte le opportunità che ho avuto per viaggiare, visitando nell’ordine Messico, Giordania, Isole Canarie, Armenia e Brasile e la parte occidentale degli Stati Uniti.
A fine Ottobre ho lasciato il mio lavoro in Lufthansa per tornare in Italia e cercare di costruirmi li un nuovo futuro.
➢ Gennaio 2023: Israele
Dopo una veloce quanto piacevole fuga di capodanno in terra Danese, ho deciso di iniziare il nuovo anno con un avventura da tempo agognata: andare in Israele, terra sacra e promessa a varie religioni, palcoscenico tristemente noto di sanguinosi conflitti. Camminando tra le moderne vie di Tel Aviv prima e gli antichi vicoli di Gerusalemme poi ho avuto modo di osservare da vicino le quattro principali realtà che compongono il paese (ebrea, musulmana, cristiana e armena) e che convivendo a stretto contatto tra loro dimostrano possibile una convivenza pacifica che però è forse solo un’illusione.
➢ Luglio 2023: Pedalando verso Sud
”Ogni nome è un uomo
Ed ogni uomo è solo quello che Scoprirà inseguendo le distanze dentro se”.Dopo anni di lungo tergiversare e con l’incipit della canzone Rotolando verso Sud dei Negrita che mi tamburellava in testa, decido che è finalmente giunto il momento di intraprendere la mia prima avventura in bicicletta, alla scoperta delle mie origini e soprattutto del mio Paese, per realizzare finalmente il mio personalissimo Giro d’Italia (1000 chilometri lungo tutto lo Stivale).
L’idea di inforcare la bici e partire da zero per questa nuova avventura risale a molti anni fa, quando un giorno d’estate, cazzeggiando su YouTube, mi imbattei per caso in un video dell’allora semisconosciuto Gabriele Saluci, il quale raccontava, con la sua solita dose di fantasia e comicità, quella che era stata la sua prima esperienza da cicloturistica, partendo da Torino e arrivando sino alla remota Islanda.
Sono bastati pochi minuti di quel divertente documentario per far scattare in me il cocente desiderio di replicare anch’io simili folli gesta, come un prode Don Chisciotte al galoppo sul suo impavido ronzino a due ruote.
E così, nel luglio di quest’anno mi sono ritrovato finalmente in viaggio, a pedalare tra sperdute ciclabili ed assolate strade bianche, con la chiara sensazione che, nonostante il sudore e la fatica, discesa dopo salita, mi stavo avvicinando una svolta dopo l’altra non solo alla meta finale del viaggio ma soprattutto a quell’enorme tesoro di risorse interiori nascoste sotto al mio naso, poiché molto spesso non serve andare dall’altra parte del mondo per ritrovare se stessi, ma basta una spiaggia su cui distendersi, per sentirsi liberi da ogni timore, un po’ come nuvole sospinte dal vento.
➢ Novembre 2023: Irlanda
Colgo sul finire dell’anno l’opportunità di fare un ultimo viaggio, uno di quelli che troppo a lungo erano rimasti dimenticati sul fondo della mia lista dei desideri.
Sfrutto un invitante assist di Ryanair e mi imbarcando rapido da Trieste, direzione Dublino, alla ricerca di un verde, quello dei prati irlandesi, che possa riequilibrare la mia mente dopo mesi di frenetico lavoro.
Facendo base nella capitale, viaggio in lungo e in largo attraverso quest’isola incantata, avvolta tutt’ora nel mistero, tra miti e leggende di chi giura che un tempo fosse abitata da mille giganti, fate e re.
Il terzo giorno, seduto su una roccia, osservo le ripide scogliere di Moher. Per un attimo odo un canto, forse quello di un magico folletto, che con le sue maliziose lusinghe, pare voglia indicarmi la strada più breve per raggiungere la pentola d’oro nascosta sul finire dell’arcobaleno. Mi ridesto, poiché sognavo ad ad occhi aperti, e riconosco dopo poco la voce familiare del vento che sospira forte dall’Oceano, suo inseparabile compagno di giochi. Mi sussurra parole dimenticate, versi di una canzone dei Cranberries (”Oh my life is changing everyday, in every possible way”). Che sia sogno o realtà poco importa, mi riscopro a sorridere, grato di vedere tutto ciò che mi circonda.
THE END?